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          La forma innocente
 Ed.STAMPA, 2001
 
 
 
 
 
 
 
	
	      Appena fiorita l'alba di luglio è l'intrico di rami che cresce
 e dalla gemma dei giorni
 si rifanno le deboli occasioni
 le bellezze lievitate delle case
 il pensiero quieto
 e possibile andare
 come un primo ritorno.
 Così un'idea accarezzare
 nell' affiorare del giorno
 e sentirsi
 in un tempo strano
 più vicino alla nobile vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Sullo stesso luogo
 la città si stinge
 domenica giorno di Pasqua
 non so dove poggiare i piedi
 come domandarti
 quale tragitto è per noi.
 Camminando in ombra
 questo sogno di vita si dischiude
 nell'acacia, nel tratto di bosco
 che ci separa dalla città
 dal suo volto
 composto per noi
 che tentiamo di domarne
 i lineamenti d'ira
 bambini sorridendo
 a quel destino illeso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Il caldo ci opprime
 e non sappiamo più
 di cosa armare la nostra fede.
 Giugno, tempo di vaghe rassicurazioni
 il desiderio come una bolla estiva
 si dispiega, nomina gli orizzonti
 le mete cardinali dei poli
 le latitudini e le longitudini
 come allargarsi geograflco
 di una coscienza che preme.
 Giorno di caldo
 lo spirito si espande
 le ragioni dell'inverno destituite
 il sapore dei nuovi frutti
 un richiamo verso il nuovo mondo
 e saliti più in alto
 altro spazio dietro le colline.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Nella stagione, cambiato il tempo
 non vedo più
 gli argini della città.
 Trasparenza
 per queste strade
 ha cancellato gli alberi, le foglie
 il passo irrequieto del dare e avere.
 E ritorna
 oggi che ho sprecato il giorno
 un imprevedibile richiamo
 mi risveglia, chiede dopo il digiuno
 un giorno di terra
 e gli amici ritornati
 salvi dal pericolo.
 Ma più fragili con loro
 sono le cose che ritornano.
 
 
 
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